Il 10 gennaio si torna a scuola, facciamo il punto.

Siamo in balia di una variante, Omicron, che si diffonde ad una velocità impressionante contagiando anche chi è vaccinato e con un’alta percentuale tra i giovani in età scolare.

Le scene a cui assistiamo in questi giorni sono le stesse che ciclicamente si sono ripetute negli ultimi due anni: ospedali in affanno, file interminabili e spesso caotiche per vaccini e tamponi. Ad ogni ondata della pandemia puntualmente le regioni si muovono come se si trovassero di fronte ad un evento nuovo, sconosciuto. Negli ospedali si riconvertono interi reparti in reparti covid il tutto a discapito di chi, colpito da altre patologie, non potrà usufruire delle necessarie cure. A mancare non sono solo i posti ma anche il personale sanitario che, ahimè, pur essendo vaccinato non è esente dal contagio.

Anche la scuola accusa, come sempre, il colpo di queste ondate.

Siamo rientrati a settembre in “sicurezza” con “misure ad hoc”. Oltre a mascherine, gel igienizzante e distanziamento “là dove possibile”, è stato introdotto il green pass obbligatorio per docenti, ATA e chiunque avesse accesso a scuola. Queste regole, però, non hanno impedito alla quarta ondata di travolgere letteralmente la scuola, dall’infanzia alla secondaria di secondo grado, nonostante l’alta percentuale di vaccina tra docenti, ATA e alunni nella fascia 12-19 anni.

A partire dal mese di ottobre sempre più classi sono state costrette ad andare in DaD e un numero sempre maggiore tra docenti e ATA è stato contagiato o messo in isolamento.

La variante Omicron ha dimostrato di poter aggredire, in maniera molto violenta, i bambini. A scuola, nel luogo più sicuro, i bambini si sono contagiati, hanno portato il virus a casa, sono finiti in ospedale e purtroppo alcuni sono morti.

Quanto accaduto non è una fatalità, né il risultato di comportamenti scorretti. Se si è costretti a permanere in luoghi chiusi, senza le giuste distanze e senza sistemi di aerazione, la presenza di un positivo comporta la trasmissione del virus.

Va bene, anzi benissimo, la campagna vaccinale. È necessario vaccinare quante più persone è possibile e nel minor tempo, ma il vaccino da solo non basta!

A nulla, quindi, varranno le nuove confuse e inapplicabili misure varate dal governo, da adottare dal 10 gennaio. Per poter rientrare in sicurezza è necessario combinare più fattori. Oltre a vaccini e tracciamento sono necessarie mascherine adeguate, distanziamento vero, aerazione e ventilazione delle aule con l’installazione di appositi dispositivi e un intervento serio che riduca il numero di persone sui mezzi di trasporto pubblico.

Bisogna, quindi, investire proprio in quei settori: sanità, istruzione, trasporti, dove l’attuale governo, con la legge di bilancio 2022, ha effettuato tagli atroci.

Come operatori della scuola, ma anche come genitori e cittadini, siamo convinti dell’importanza della scuola in presenza, è la priorità per il Paese!

Ma “lunedì quando riapriranno gran parte delle scuole sarà come andare alle Termopili”.

Da parte del governo piuttosto che un’alzata di scudi sarebbe necessaria un po’ di umiltà, caratteristica essenziale per una classe politica in una democrazia, nell’ammettere che in questi due anni di pandemia non ci sono stati i giusti interventi e nel riconoscere la difficile situazione attuale.

La Coordinatrice Provinciale

della Gilda degli Insegnanti

           di AVELLINO

   Prof.ssa Laura Cozza